Era
no in tanti, ieri all’inaugurazione della sede – nuova di zecca – del Comitato per la ricostruzione del centrodestra. Una location a dir poco spettacolare, terrazza con vista sul tapis roulant a memoria di una delle più note (e discusse) realizzazioni dell’Amministrazione comunale di centrodestra: uno schieramento che oggi, però, ha enormi problematiche e
contraddizioni al suo interno, su scala non solo locale.
Ecco che i fedelissimi dell’ex sindaco di Reggio Calabria ed ex Governatore calabrese Peppe Scopelliti tentano di fare quadrato e di proporre, dal cuore dello Stretto, un laboratorio politico per nuove idee e nuovi assetti “europei” del centrodestra italiano.
Con un problemino non da poco: l’assenza vistosa di tanti big che a vario titolo svolsero un ruolo da protagonisti durante l’era Scopelliti (da Gianni Bilardi ad Antonio Caridi, da Luigi Fedele a Candeloro Imbalzano a Tilde Minasi), dentro An o il Pdl o Ncd o formazioni “di complemento”, alcuni perché impossibilitati ma parecchi perché “scopellitiani della diaspora” oggi politicamente collocati altrove; la presenza, comunque, di altri protagonisti ben noti della stessa epoca (da Pasquale Morisani a Peppe Sergi a Oreste Romeo), sebbene accompagnata dall’opzione di mettere in prima linea esponenti altri del Comitato; la scelta dello stesso leader indiscusso di quest’area, Peppe Scopelliti (qui lo vediamo nella graffiante, impagabile vignetta del caro Domenico Loddo che ci rimanda chiaramente alle mille polemiche sulla travagliata, pluriennale, controversa gestione di Palazzo San Giorgio da parte dell’ex leader nazionale del Fronte della Gioventù…), di non rilasciare per il momento dichiarazioni pubbliche, preferendo appunto lasciare ad altri l’onere di chiarire dna e intenzioni del Crc (sigla nella quale ci viene spontaneo riassumere l’articolatissima denominazione del Comitato per la ricostruzione del centrodestra).