il Caffè di Meliadò

10 gennaio 2010

No Mafia Day a Reggio Calabria……..

Di fronte al ritrovato orgoglio criminale delle cosche, di fronte alla sfacciata pretesa di poter riaprire le trattative come se a misurarsi fossero due stati sovrani e non una nazione civile aggredita da un grumo di malviventi, di fronte alle ovvie elemosine che questo governo regala a poliziotti e magistrati continuando intanto a smantellare i pochi efficaci strumenti legislativi che abbiamo, servira’ un ‘no mafia day’? Io dico di si’. Non a sconfiggere la mafia, ma a far sapere che non ci siamo abituati ad essa

(Claudio Fava – Sinistra ecologia e libertà)

4 gennaio 2010

Bomba alla Procura generale di Reggio Calabria / Il Pri: è l’ “inizio col botto” della campagna elettorale

Dopo l’esplosione di un ordigno davanti al palazzo che ospita gli uffici della Procura generale presso la Corte d’appello di Reggio Calabria, dopodomani pomeriggio, in riva allo Stretto si terrà una riunione del tutto speciale in materia di sicurezza: ci sarà anche il ministro dell’Interno, Roberto Maroni.
A deciderlo, proprio il “numero 1” del Viminale, che nell’occasione avrà modo d’incontrare e scambiare opinioni sul gravissimo episodio di ieri mattina coi vertici locali delle forze dell’ordine e della stessa magistratura.

Intanto però si accavallano reazioni sdegnate. E qualche riflessione dallo ‘spin’ alquanto diverso…

Non può che lasciare traccia, dunque, il pensiero del segretario nazionale del Partito repubblicano Francesco Nucara (peraltro a sua volta di Reggio Calabria…): <Purtroppo per la Calabria, questo è un pessimo inizio della campagna elettorale>, fa notare Nucara. Come a dire che le cosche hanno intenzione d’incidere pesantemente anche sulle Regionali del 28 marzo: in barba a tutti i ddl Lazzati del mondo (il progetto di legge d’iniziativa popolare che vieterebbe ai mafiosi di fare campagna elettorale, “a parole” voluto da varie legislature un po’ da tutte le forze politiche, grandi e piccine, di destra e di sinistra, …ma poi puntualmente rimasto bellamente sulla carta).

E seguono parole che sarebbe bene non lasciare sottotraccia: <Bisogna lavorare tutti e con fermezza affinché la magistratura al Sud non venga ricattata e minacciata dalla mafia>.
Ora, poiché a noi personalmente le affermazioni implicite non piacciono, “estraiamo” da una frase apparentemente assertiva l’interrogativo che vi è michelangiolescamente scolpito all’interno: caro segretario, le risulta che magistrati del Mezzogiorno, e magari specificamente del distretto giudiziario di Reggio Calabria, siano ricattati dalla ‘ndrangheta? Sì? E se sì, chi?

Una risposta essenziale. Specie a fronte di un segretario di una gloriosa – al di là della dimensione numerica – forza politica nazionale che aggiunge come le forze politiche, <mai come ora>, debbano <mostrarsi unite e compatte nel primario obiettivo di stroncare la malavita organizzata>.

3 gennaio 2010

Bomba alla Procura generale di Reggio Calabria. Una “sfida allo Stato”?

Un gesto gravissimo ed emblematico, quasi dal sapore eversivo: intorno alle 5 di stamattina, un ordigno – una bombola di gas sormontata da un panetto di tritolo – è esploso nel cuore di Reggio Calabria, a un passo dal Castello Aragonese che è fra i simboli della città, e soprattutto davanti agli uffici della Procura generale presso la Corte d’appello reggina, da una manciata di giorni retta dal neopg Salvatore Di Landro.

Per fortuna nessun danno alle persone – le sole schegge avrebbero potuto determinare un dramma – e, in fondo, assai limitati quelli alle cose (temporaneamente scardinato il portone d’accesso alla Procura generale, annerito dalla vampata il prospetto dell’edificio); ma in un caso del genere, dire che siamo alla “resa dei conti” tra Stato e ‘ndrangheta è drammaticamente poco.

Alla luce della riunione del Cosp (il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica), la matrice mafiosa del ‘selvaggio’ atto intimidatorio . Una sorta di sfida alla Nazione e all’ordine costituito, secondo lo stesso Di Landro, l’avvocato generale Franco Scuderi, il procuratore della Repubblica (e capo della Dda reggina) Giuseppe Pignatone e il procuratore aggiunto Michele Prestipino, che hanno preso parte al vertice insieme ai massimi responsabili locali delle forze dell’ordine. , ha avuto modo di dire proprio Salvatore Di Landro.

E mentre si stanno visionando con estrema attenzione le riprese delle telecamere a circuito chiuso, il Cosp ha già disposto inediti, più stringenti controlli per garantire la sicurezza di chi è “in prima linea” nella lotta al crimine organizzato.

Già, perché mentre si susseguono gli angosciati commenti di esponenti delle istituzioni, della politica e delle forze sociali, la domanda di fondo è una sola: perché?

Il fascicolo sarà automaticamente trasferito alla Procura della Repubblica di Catanzaro (sede distrettuale limitrofa, competente a indagare su fatti che coinvolgano uffici giudiziari e magistrati della sede distrettuale reggina); ma gli inquirenti evidenziano, intanto, come siano all’attenzione della Procura generale di Reggio Calabria delicatissime questioni relative a confische ai danni di potenti clan della ‘ndrangheta locale e alcune avocazioni relative a serie vicende processuali. Ma soprattutto, nella Procura generale lavora il sostituto pg Francesco Neri, che da lunghi anni tenta in solitudine di dare nomi e coordinate precise alle vicende connesse alle ‘navi dei veleni’, da vari mesi tornate d’attualità con l’enigma-Cunsky nell’alto Cosentino e la riesumazione, nella Jonica reggina, del caso-Rigel.

…E ancora bisognerà appurare ogni cosa – è chiaro –, ma “a naso” non pare poi così casuale che esattamente con le stesse modalità siano stati piazzati altri due ordigni…

Uno a un’avviata pescheria nella zona Nord della città, l’altro – assai più rilevante, all’apparenza… – nel mese di dicembre a un bar, sempre a Reggio città, di proprietà dei parenti del “pentito” Emilio Di Giovine, il secondo collaboratore di giustizia in ordine cronologico, dopo il bovalinese Francesco Fonti (parzialmente screditato, dopo le incongruenze sul “Cunsky”), ad aver prodotto rivelazioni importanti sulle navi che potrebbero avere, nella stiva, fusti contenenti sostanze tossico-nocive.

Nel pomeriggio, è già programmata una manifestazione di solidarietà promossa dalla Cvx, la Comunità di vita cristiana retta dal battagliero padre Giovanni Ladiana.

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