il Caffè di Meliadò

9 febbraio 2013

Fini a Reggio: lodi per Rosanna Scopelliti, “bastone e carota” per la Napoli

Il presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini torna in Calabria, e a Reggio, evidentemente con una situazione un po’ difinifiniversa dalle ultime volte.

Al contempo, nel corso della conferenza stampa di poco fa in riva allo Stretto, accanto naturalmente a una serie d’altre considerazioni “nazionali” (ma pure sulla «difficoltà a valutare» “da lontano” l’operato di un suo ex-delfino come Peppe Scopelliti, che al momento della scissione, a dispetto del forte legame, preferì rimanere nel Pdl), è stato lo stesso fondatore di Futuro e libertà a rievocare le «caterve di voti raccolti al Sud e in Calabria… Non posso dimenticare – ha aggiunto Fini – “che cos’era” piazza Italia, in certi frangenti», nella città di Ciccio Franco.

Ecco lo spunto per un parallelismo-flash non rispetto alla Reggio Calabria dei Fatti del ’70 (…quanto a valori e popolarità della Destra, sarebbe stato come sparare sulla Croce Rossa…), ma nei riguardi di una delle più memorabili iniziative territoriali di Fli.

Non molto dopo il celeberrimo e celebrato «Che fai, mi cacci?», l’ex ministro degli Esteri tenne infatti all’auditorium “Calipari” di Palazzo Campanella una gremitissima assemblea fondativa del partito calabrese.

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26 gennaio 2013

Monti, Udc e Fli: dopo il voto, ognuno per sé. Specie in Calabria

Gente pochina, ieri all’inaugurazione della sede reggina di Scelta civica, la lista del premier in carica Mario Monti nell’àmbito della coalizionQuintieri, Siviglia, Zagami (Scelta Civica)e a supporto della riproposizione per Palazzo Chigi dell’ex rettore della Bocconi.

Un piccolo passo falso, considerato che il momento era relativamente solenne: oltre ai candidati reggini per Montecitorio (Paolo Zagami e Agostino Siviglia, avvocati entrambi; il primo esponente dell’ala-Montezemolo di Italia Futura, il secondo vice di Giuseppe Tuccio nell’ufficio del Garante del Comune di Reggio Calabria per i diritti dei detenuti) e accanto a qualche elemento in lista di altre province, ma pure in posizione non eleggibile (Adriano Serafini e Carmen Mazzullo), c’era lo stesso capolista montiano per la Camera dei deputati: Beniamino Quintieri, economista che presiede la facoltà d’ Economia dell’Università romana di Tor Vergata. (Curiosità: si tratta della facoltà che nelle scorse settimane, già in occasione delle Primarie del centrosinistra per la premiership, varò in partenariato con Sky la sperimentazione italiana del fact checking, cioè la “verifica dei fatti” esposti dal politico di turno, che nei Paesi anglosassoni è un must ineludibile da anni in ogni tornata elettorale).

Diciamo che lo stile pacato di Quintieri – «moderato nei toni ma radicale nelle proposte», come lo definiscono a Scelta civica – ha dovuto tentare di offrire controelementi adeguati alle diverse presunte contraddizioni che caratterizzerebbero la candidatura del docente universitario.

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