il Caffè di Meliadò

11 Maggio 2012

Il pentito Bonaventura: “Così la ‘ndrangheta spadroneggiava in via Bellerio…”

In un summit di ‘ndrangheta del 2006 a Crotone il boss Pasquale Nicoscia avrebbe affermato che la mafia calabrese ”teneva in mano” il “partito che odia i terroni”, ovvero la Lega, facendo riferimento al ruolo svolto da Romolo Girardelli, uomo d’affari genovese.

Lo ha raccontato, come riferito da fonti qualificate, il collaboratore di giustizia Luigi Bonaventura (vedi foto: in questi giorni, famoso più che altro per un’ormai notissima intervista-verità al programma Mediaset “Le Iene”…) sentito nei giorni scorsi dagli inquirenti di Reggio Calabria che indagano, tra gli altri, sull’ex tesoriere del Carroccio, Francesco Belsito, e sul ‘filone’ del riciclaggio.

E’ appena il caso di ricordare che, collaboratore di giustizia dal 2007, di gnègnè (come Bonaventura era soprannominato negli ambienti criminosi del Pitagorico per la sua parlata) la ‘ndrangheta non s’era affatto dimenticata. Arrivando a progettare la sua uccisione per vendetta, come appurato dalla magistratura nei mesi scorsi: nel gennaio 2012, fu lo stesso pentito di ‘ndrangheta a spiegare che la Santa “mi stava facendo fare la stessa fine di Lea Garofalo”, la collaboratrice di giustizia assassinata e il cui corpo fu poi disciolto in un ingente quantitativo d’acido cloridrico.

1 commento »

  1. […] rievocato sulle colonne del Corriere della sera, nessun ultraleghista è legittimato (specie dopo il caso Belsito, aggiungiamo noi…) a pensare che sia solo una questione di business: no, quel che è grave è che […]

    Pingback di Se la subcultura mafiosa ha invaso il Nord « il Caffè di Meliadò — 6 gennaio 2013 @ 20:20 | Rispondi


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