il Caffè di Meliadò

5 agosto 2014

Bronzi “drag queen”: la verità di Gerald Bruneau / Parte 1

Cari navigatori, in queste ore in Calabria quasi non s’è parlato d’altro che delle discutibili foto-scandalo ai Bronzi di Riace scattate in chiave queer dal grande Gerald Bruneau (allievo della Factory dell’immenso Andy Warhol, padre della Pop Art).

Questa è la prima parte dell’articolatabronziqueerB intervista rilasciataci in esclusiva dallo stesso Bruneau (si può cliccare sul link o sulla foto accanto): per la prima volta vi proponiamo la sua “verità”.

L’artista spiega la valenza degli scatti, che nella sua visione incarnano un gioco, ma anche un richiamo alla necessaria rivendicazione dei diritti degli omosessuali, specie in un territorio “difficile” come la Calabria.

E poi Gerald Bruneau dà la sua versione dei fatti circa il making of delle contestatissime foto: in sostanza, l’autorizzazione…
…ma sarà meglio sentiate direttamente dalla sua voce. 

1 commento »

  1. […] che la Calabria è stata sempre terra fertile per i provocatori (…l’esperienza di Gerald Bruneau e del boa fucsia con cui ha “agghindato” i Bronzi di Riace insegna). Ma a questo blogger pare passata una vita, e del resto sono veramente passati già sette […]

    Pingback di Il filo della provocazione nella fotografia. E a volte, il beffato è il fotografo… | il Caffè di Meliadò — 2 settembre 2014 @ 03:20 | Rispondi


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